Nell’entroterra piceno, fra gli oggetti simbolo dell’artigianato radicato nel territorio vi è il "tombolo", cuscino cilindrico che, insieme a fuselli e spilli, viene utilizzato dalle ricamatrici per realizzare splendidi merletti. I segreti di questa lavorazione, risalenti al XV secolo, sono custoditi esclusivamente dalle donne di Offidache si possono incontrare per le vie del paese intente a lavorare sull’uscio di casa. Nel centro medievale di Acquaviva Picena si può assistere alla lavorazione in diretta, delle "pajarole", ceste per contenere frutta o biancheria realizzate dalle donne con il materiale di scarto delle lavorazioni agricole. Tutt’altro che artigianato povero, può invece definirsi l’arte di intrecciare la paglia finalizzata alla produzione di "cappelli" che ha reso famosi i comuni di Montappone, Falerone, Monte Vidon Corrado e Massa Fermana. In questo distretto viene infatti realizzato l’85 % della produzione nazionale di cappelli e gran parte di quella mondiale. Pesaro costituisce uno dei maggiori centri italiani della lavorazione della ceramica e della maiolica. La produzione locale si contraddistingue per le raffinate decorazioni con temi di ispirazione rinascimentale ed in particolar modo per la tecnica della "rosa pesarese" e per il genere "istoriato". Si ricordano infine Recanati, specializzata nella realizzazione di pipe da tabacco in radica e la città di Amandola che occupa un posto di rilievo nell’ebanisteria e nel restauro del mobile antico. Per non disperdere la memoria di questi antichi mestieri è stata creata a livello regionale una rete museale che, oltre ad ospitare manufatti ed attrezzature, favorisce la diffusione della cultura artigianale anche attraverso l’organizzazione di laboratori nei mesi estivi.Frai i musei permanenti, invece, degni di nota sono: il Museo della calzatura a Sant’Elpidio a Mare, la raccolta di fisarmoniche d’epoca a Camerano, il Museo internazionale della fisarmonica a Castelfidardo, il Museo del merletto ad Offida, il Museo del cappello a Montappone e il Museo delle ceramiche di Pesaro.
La gastronomia della zona ruota intorno al pescato freschissimo che arriva nei porti di San Benedetto. Non a caso, il piatto simbolo della città è il brodetto alla sambenedettese (lu vrudètte nel dialetto locale): una zuppa di pesce caratterizzata dal sapore dei peperoni e dell’aceto. Una ricetta dalle origini antichissime, cucinato a bordo delle navi con gli scarti del pescato: anche per questo non esiste una ricetta unica, ma tante piccole varianti. Un’altra specialità tipica della cittadina picena sono le olive alla sambenedettese, sulla scia delle ascolane, dove però il classico ripieno di carne lascia spazio alla farcia di pesce. Fra i primi ricordiamo i ravioli o le fettuccine con le melecche, le code di scampi sgusciate, ma anche i gesuiti, pietanza della zona di Acquaviva Picena, una sorta di lasagna ai formaggi cotta in forno e servita fumante direttamente nella pirofila.
Brodetto alla sambenedettese o sanbenedettese, foto di Associazione Alberghi di San Benedetto
Per quanto riguarda i secondi da assaggiare la magnana in guazzetto (alici molto piccole), la frittura di paranza, la rana prescatrice in potacchio (cioè brasata in un sugo ristretto), le lumachine in porchetta. Diverse e golose le preparazioni al forno, sia dolci, che salate, fra cui alcune focacce tipiche.
Per gli amanti della carne, niente paura: non sono pochi i prodotti di pregio che vengono dall’entroterra marchigiano, regolarmente inseriti anche nella gastronomia della costa. Assaggiate naturalmente il ciauscolo, diffuso in tutta la regione, così come le salsicce di fegato e le coppe di testa di maiale, provenienti dalle zone intorno Ascoli. Ma non dimenticate anche la selvaggina, con cui si fanno ottimi primi piatti mentre il cinghiale e protagonista indiscusso dei secondi cucinati in padella. Tanti i formaggi provenienti dall’interno, fra cui i pecorini in diverse stagionature e aromatizzazioni, le caciotte a base di latte ovino o vaccino e le specialità al tartufo della zona dei Monti Sibillini.
è una delle principali località turistiche delle Marche, grazie alle ampie spiagge sabbiose incorniciate nell’affascinante sfondo delle palme e degli oleandri, in grado di evocare meravigliosi scenari esotici. Il lungomare è punteggiato da numerosi giardini tematici, zone relax e giochi per bambini. Un’ampia pista ciclabile costeggia ininterrottamente la spiaggia e prosegue senza interruzioni per oltre 15 km, fino a Cupra Marittima; a sud la pista arriva fino all’altezza di via del Mare a Porto d’Ascoli. Dotata di un porto turistico, un porto peschereccio e un mercato del pesce all’ingrosso tra i più importanti d’Italia, San Benedetto è da sempre strettamente legata al mare e alla tradizione della marineria.
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